mercoledì 1 dicembre 2010

ma tu sei lì per non rispondere (e indossi un gran bel gilet)

Non lo so, se credo in Dio.
In verità, non so in cosa credo. 
So che credo in qualcosa, o almeno so che mi sforzo di farlo. Ma so anche che non riesco a riconoscermi nel cattolicesimo, ingabbiato in una serie infinita di devi/non devi, di comandamenti e divieti che cercano di schematizzare le nostre azioni e le nostre idee in colpe e peccati, in giusto e sbagliato. E che si rifiuta di adeguarsi ai tempi che stiamo vivendo.
So anche che è già da un po’ che cerco risposte. Su me stessa e sulle cose che capitano. O non capitano. Perché vorrei disperatamente dare un senso alle cose, perché vorrei tremendamente riuscire a spiegarmi questa vita, nella quale non mi sento mai completamente a mio agio.
Perché vorrei essere sicura di avere gli strumenti per superare i miei limiti.
Perché ho addosso da anni questo senso di precario, perché da troppo tempo mi sento sospesa in balia di me stessa e delle mie debolezze. Delle emozioni, delle mie paure e del bisogno di sapere che c’è di più. O forse solo di amare o di essere amata un po’ di più.
Ieri, quasi per caso, ho fatto una interessante chiacchierata con un giovane e moderno sacerdote, uno di quelli che, per una volta, ti parlano con il tuo linguaggio, non si stupiscono delle domande che fai, magari infantili e un po’ troppo terra terra, dei tuoi dubbi, di quelle frasi che puoi buttare lì in maniera provocatoria, ma che in fondo sono il frutto del tuo scetticismo, della mai sbollita arrabbiatura verso questa vita che ti toglie sempre un po’ di più di quello che ti da.
E’ stata dura, emotivamente. Molto dura, una di quelle scosse di terremoto interiore capaci di far crollare almeno il 50% delle tue certezze.
Gli ho parlato di mia madre, di quanto mi manca, soprattutto in questo periodo, di quanto ancor oggi mi risulti incomprensibile il disegno che questo Dio così magnanimo e misericordioso, ammesso che ci sia, ha pensato per me.
Di quanto poco convincente e consolatoria sia per me la sua risposta: Dio ci regala la vita eterna, dopo questa ce ne sarà una meravigliosa anche per te, in cui ti ricongiungerai con i tuoi cari e vivrete nella beatitudine degli eletti.
Non mi basta, caro Don, perché io intanto sono qui, fra poco è Natale e lei non c’è, come non c’è stata in questi ultimi anni, e non ci sarà se un giorno mai mi sposerò, e non sarà con me e mia sorella il giorno in cui avremo dei bambini.
Non mi accontento di sapere che nella prossima vita staremo insieme. Io vorrei poterla abbracciare qui, oggi, in questa vita. Andare a fare due passi in centro con lei, pranzare insieme la domenica.
È che, c’è poco da fare, se la fede è un dono, a me forse non è stato dato.
Forse ho troppo studiato, prima l’antologia greca, poi tanta filosofia e storia, poi troppo diritto, e oggi la mia mente razionale non mi consente di superare il dato empirico, di vedere oltre, o al di là delle cose.
La cosa strana, è che, quando penso a mia madre, la penso come se potesse vedermi, guidarmi, sostenermi, e forse, in certi momenti ho avuto anche la sensazione forte di averla vicina, come se fosse seduta lì, due sedie più in là in un cinema, oppure in treno, o a piedi per strada.
Ma è già da un po’ che non la sento più, che non mi rivolgo a lei per chiederle aiuto, che ho smesso di credere. In quel qualcosa di superiore, che potrebbe essere un Dio, nella vita, nella mia capacità di affrontarla.
È che ti illudi di averle ormai superate, certe cose. Credi che si possa andare avanti lo stesso, non dico darsi una spiegazione, ma almeno rassegnarsi. E invece io proprio non ci riesco, ad accettare. Invece basta un niente e la mia mente diventa una ragnatela di domande, alle quali puntualmente non trovo risposte.
Forse perché, come mi dice un’amica psicologa, c’è davvero ben poco da capire. Bisognerebbe pensare di meno, avere tanta di quella forza da riuscire a prenderla come viene, a seguire il flusso delle cose senza fare la fatica di andare controcorrente. Essere contenti di quello che si ha, non inquieti per quello che ci manca.

Ho bisogno di riflettere, avevo bisogno di scrivere queste poche frasi, magari sconclusionate, magari banali, sicuramente retoriche. E provo a fare quell’esercizio che ti suggeriscono in questi casi, che dicono faccia bene, che per una volta, almeno nel mio caso, mette d’accordo sacerdoti e psicologi: prova a pensare che non è affatto scontato che tu domani ci sia. Fa’ come se oggi fosse il tuo ultimo giorno su questa terra.
Quali sono le cose importanti che hai? Quali quelle che ti mancano?

10 commenti:

  1. E' un'esercizio che faccio ogni mattina. La cosa più importante che ho è senza dubbio mia figlia. Ed è talmente grande e meravigliosa che copre eventuali carenze. Se avessi piu soldi una casa mia e non avessi lei non avrebbe senso. Quindi a tutti gli effetti non mi manca niente. Eppure a volte mi sento la più sfigata della terra. Secondo me è nella natura umana l'insoddisfazione.
    Per certi versi, siamo tutti uguali.

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  2. Li conosco bene questi pensieri. Li ho frequentati per anni. Sono quelli, almeno a mio parere, che ci fanno diventare persone migliori.
    Non ci è dato vivere come se fosse sempre il nostro ultimo giorno, sarebbe uno spreco di forze insostenibile. Ma possiamo imparare a pensare di essere stati fortunati per aver conosciuto delle persone meravigliose anche se poi le abbiamo perse. Un abbraccio forte.

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  3. ho pianto. tantissimo. grazie... sei preziosa.

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  4. Frasi sconclusionate e banali? Ha ragione Madame, preziosa sei, moltissimo. Leggo la tua sofferenza, il tuo dolore, le tue paure, le tue speranze. Non è psicologia questa, è preghiera e ben speciale. Ti auguro di trovare presto, anzi di "lasciarti trovare" da Chi ti ispira queste riflessioni. Non c'è una strada, ogn'uno ha la propria: tu lasciagli fare, sa parlare per bene al cuore, Lui.

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  5. @ Valcardo: massì, forse nemmeno a me manca molto, in fondo. O forse più di quanto io voglia credere. Non so. E' complicato...

    @ Agata: non so se tante paranoie mi faranno diventare migliore. So che fa male. E non so cosa darei per sapere cosa voglio, chi sono, cosa ho e cosa mi manca davvero.

    @ Mika: ti abbraccio anch'io. Grazie...

    @ Madame: mi spiace... non volevo farti piangere. Grazie per il complimento, ma non credo di essere poi così preziosa. Sono solo alla ricerca di risposte. E siccome non le trovo, continuo a cercare, cercare, cercare. E finisce quasi sempre che mi perdo...

    @ Mario: non lo so, caro Mario, che cos'è. Forse semplicemente un SOS a me stessa o a chi di dovere. Che mi faccia trovare la strada...

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  6. Sei speciale sai? bacino

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  7. Acchiappasogni1/12/10 2:46 PM

    Questo tuo post mi ha fatto riflettere, mentre lo leggevo mi ponevo tante domande interiori...come te mi sento alla ricerca di risposte, risposte che però solo da me stessa possono giungere, sono una ragazza carina, intelligente, "giovane", ho vicino a me la mia famiglia e non ho problemi economici...eppure mi manca EXononEX, lo vorrei con me, ma alle mie condizioni, che sono diverse dalle sue, e mi chiedo, devo accontentarmi di quello che lui mi può dare con tanto amore o è giusto che io pretenda di più? e questo mi manda in eterna confusione perchè nessuno può capire cosa ci passa dentro...oggi anch'io come te sono pensierosa...un abbraccio Acchiappasogni.

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  8. E' la prima volta che passo, non ho un profilo ma vorrei commentare..
    Credo che siamo sempre portati a pensare che le cose importanti sono quelle che ci mancano, come quella pubblicità della PIC, ma secondo me è solo che quelle che abbiamo le diamo per scontate. Grave errore. Siamo solo viziati. Pensa a tutto quello che hai e che potresti non avere. Guardati intorno. Hai avuto sfortuna, ma sei stata abbastanza forte da restare in piedi, da trovare una strada, da restare te stessa. Quante cose che dai per scontate potresti non avere?? La salute? Il lavoro? La casa? La libertà? Guardati intorno. Sicura di essere messa così male? Sicura di non avere già le cose VERAMENTE importanti?

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  9. Sono d'accrodo, e vorrei sposare nella realtà di tutti i giorni, il pensiero della tua amica psicologa! Tu come stai?

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