domenica 31 ottobre 2010

Con la sponda di ghiaia che alla prima alluvione va giù



Questa giornata e questa pioggia non mi vanno decisamente giù.
Non mi va giù questa stanza silenziosa, non mi va giù che è metà pomeriggio e sta già facendo buio. O forse sono io, che oggi proprio non mi vado giù.
Perché ho un milione di cose in testa, eppure mi sento la testa completamente vuota e non riesco a mettere in fila le idee.
E ho voglia di piangere, o forse di cantare a squarciagola con tutta la forza, di liberarmi di questo peso.
O semplicemente di star qui ad ascoltare questo silenzio, sperando che ad un certo punto, tutto diventi chiaro, nonostante la giornata buia, dentro e fuori di me.
Mi sento sola, debole, e l’istinto è quello di proteggermi ancora di più, di chiudere tutto fuori e ricominciare ad alzare più paletti possibile. Più cancelli, più protezioni tra me e tutto il mondo.
Che proprio non ce la faccio, a uscire dal guscio.
E' che è troppo tempo che crollo al minimo soffio di vento.
Purtroppo, proprio non riesco ad imparare come si fanno le barricate a difesa di quel continente importantissimo che è questa me stessa così frastornata.
Ho creduto che, per risparmiarsi una delusione bastasse star fermi, perché chi non fa non può sbagliare, e invece più cerco di evitare le cose e più inevitabilmente mi capita di andarci a sbattere giusto contro.
La distanza che ho messo tra me e le emozioni non è bastata.

Qualche mese fa, un caro amico mi ha chiamata ridendo Signorina Swarovski.
Allora mi ha fatto sorridere l’affetto di quell’espressione, e mi è parsa esagerata.
Ma oggi, come non mi capitava da molto tempo, oggi mi sento di nuovo così, fragile come il cristallo.
E ho l’anima in mille pezzi, sottili e appuntiti quanto basta per credere che non si potranno più riaggiustare.
Perché quando si capisce di aver sbagliato i conti, le valutazioni, gli atteggiamenti, quando ci si sente così stupidi, cosa si può fare?
Cosa si fa quando ce la possiamo, in fondo, prendere solo con noi stessi, e proprio perchè siamo stati noi stessi, senza filtri, senza ombre?
Si prende una sana e profonda distanza, si spera e si aspetta che passi.
E che ci sia data presto un’altra occasione per sperare di riuscire a non sbagliare più.
Ma intanto, oggi non mi va giù.

mercoledì 27 ottobre 2010

Sono viva abbastanza

Abbastanza per considerare che mia sorella è davvero insopportabile quando mi restituisce la macchina che puzza di fumo, o le scarpe con i tacchi sporchi di fango, o i contenitori tapperware senza coperchio. 
Abbastanza per godermi questo cielo quasi blu e quest'arietta di montagna gradevole malgrado i 5 gradi scarsi della mattina di Feltre. 
Per fortuna, uno dei pregi e dei privilegi del nuovo blog è la comodità di gestirlo dall'Iphone, che con la vitaccia che sto facendo in queste settimane è fondamentale avere un ufficio portatile. 
Ieri Rovigo sotto una pioggia battente ed incessante, e ringrazio il mio Angelo custode che mi ha consentito di notificare un atto in scadenza che non mi ha fatto dormire di notte, di trovare parcheggio vicino al Tribunale nonostante la fiera patronale, e di arrivare addirittura con quel minimo di anticipo per prendere un caffè, visto che ero in piedi dalle sei. 
Oggi Feltre, domani Mantova, venerdì Bologna, alla faccia del lavoro sedentario.
Grazie al signor Tomtom, anche se non sopporto più quella sua voce imperativa, perché, se alla strada ci pensa lui, io sono libera di cantare tutta la compilation di reggaeton che mia sorella m'ha fatto trovare in macchina stamattina, o di fare un paio di telefonate, o anche solo per lasciare andare i pensieri, e magari cercare pure di seguirli. 
Pensavo che mi sento come un robottino programmato con orari, tempi, cose da fare, che non ho un secondo per me, che a stento riesco ad andare in palestra una sera a settimana, che sono costretta a mettere in secondo piano tutto il resto. 
Amici, massaggi, interessi e passatempi. Che non so quanto ne valga la pena. E che devo riconsiderare l'idea di farmi un praticante. 
E che s'è fatto un pochino tardi, e devo andare a ripassare la discussione per l'udienza che inizia tra un quarto d'ora. 
Stamattina, venendo qui, ascoltavo una radio locale. Intervistavano un signore che è diventato una star nel piccolo paesino dove abita, perché una settimana fa, ha festeggiato i suoi 102  anni. 
Alla domanda: Qual è il segreto per arrivare a questa età, e tra l'altro così in gamba? Lui ha semplicemente e candidamente risposto che ci vuole della gran pazienza! 

lunedì 25 ottobre 2010

Insostituibile



Alla fine, quella di sabato non è stata solo una bella cerimonia, in una chiesetta sperduta in mezzo alle vigne dell’astigiano, sconosciuta persino al TomTom, ma è stata anche una bellissima festa.
Una di quelle giornate in cui ti sembra che ogni cosa sia al suo posto.
La splendida villa di famiglia, i cani e i cavalli che la sposa tanto ama, l’atmosfera festosa e non troppo impacchettata, e poi loro, gli sposi, belli e felici.
Intimo eppure goliardo, romantico ma solenne.
Ma S. è uno da entrate trionfali, da gesti plateali, lui è quello da coup de théâtre, e anche nel giorno del suo matrimonio non si è fatto mancare un tripudio di sorprese, per la sposa e per gli ospiti, e di trovate originali e personalizzate.
E poi il suo discorso, in cui ha spiegato agli invitati, in perfetto stile da film, perché proprio Lei.
Ha raccontato che, quando l’ha conosciuta, usciva con diverse ragazze, aveva più di una frequentazione. Io, che quel periodo me lo ricordo bene, perché l’ho vissuto con lui, ho sorriso.
Ma ha detto che Lei, poi, un po’ alla volta, è diventata per lui sempre più importante. E’ diventata l’unica persona in grado di farlo sentire completo. Ha capito che, quando c’era Lei, lui si sentiva finalmente a casa.
Anzi, ha usato un’altra parola, che mi ha colpito e fatto riflettere ed emozionare.
Ha detto: Lei è diventata insostituibile.

Guardo in fondo al cuore, e rifletto sul fatto che, sarà perché, dopo tante inquietudini, adesso credo di bastarmi, o forse perché mi sento poco disposta a lasciarmi andare, o perché in questo periodo, nella mia vita, c’è poco spazio per i sentimenti e per le passioni, ma quella descritta da S. è una sensazione che, al momento non mi appartiene.
Forse l’ho provata anch’io, qualche volta, ma ora non la riconosco.
Ora ho imparato a vivere alla giornata, in maniera un po’ distaccata da ciò che mi circonda, con pochi o nessun legame, con un ritmo che è solo il mio, senza orari e senza impegni.
Ho imparato a fare e a stare da sola, e completa così.
Ma, forse proprio per questo, senza costrizioni e con meno paure.
Anzi, se ci penso bene, c’è stato un tempo, non molti mesi fa, in cui pensavo che non avrei mai potuto vivere senza BluSal, senza TV e senza caffè.
E invece ho capito che posso stare benissimo senza.

Forse è davvero l’amore che cambia il modo di guardare.


venerdì 22 ottobre 2010

Vado lì per l'amore



Ok, allora mettiamo d’impegno e di buona lena a scrivere post, altrimenti la fatica della rivoluzione e del trasloco sarà stata del tutto inutile.
Che dire?
Questa settimana è stato come infilarsi in un frullatore. Il mio telefono non ha smesso di squillare, e i clienti ricominciano a bussare a questa porta, dopo la lunga e sonnacchiosa pausa estiva.
Che poi, la libera professione è così. Ci sono momenti in cui ti sembra che non debba ripartire più, pensi ma io qui che ci sto a fare? e poi, quando riparte, lo fa alla grande, e immediatamente ci si ritrova a boccheggiare in mezzo ai fascicoli ed agli atti in scadenza.
E in più, ci si è messo pure Mister Libero, a guastar la festa.
E vabbè, ma che ve lo dico a fa’?

Piuttosto, sono di nuovo in partenza per il week end.
Stavolta attraverso buona buona mezza Italia, e me ne vado al matrimonio di S., in Monferrato.
A dir la verità, non ho una grande spinta.
Le giornate un po’ freschine e il fatto che la mia signora delle pulizie s’è defilata e casa mia è un campo di battaglia, mi indurrebbero a chiudermi in casa con la copertina sulle ginocchia, un libro in mano e la solita tisana fumante.
Ma non si può.
E allora, certamente non ci possiamo perdere l’ennesimo scambio di anelli, che oltretutto, stavolta, mi coinvolge con un affetto particolare, visto che, già avevo dedicato alcuni post a S., e che ho visto nascere e crescere questa coppia fin dall’inizio. Chi lo avrebbe detto, in quella sera d’estate in cui camminavamo a notte fonda in centro e mi raccontava che, in fondo, lei non era poi così male?
Eggià… l’ennesimo matrimonio che non è il mio, l’ennesima promessa di un per sempre in cui mi sa che non credo più. Anzi, ne ho la rassegnata certezza.
Ma va bene così, in fondo.
A S. e la sua bella V. auguro che sia davvero per sempre, ché due più uguali non li ho mai conosciuti.
Mi hanno insegnato che, se lo si vuole, tutto è possibile, anche prendere un brevetto da sub in tempi record, per sposare l’uomo che ami in subacquea, e sono contenta di esser presente alla loro favola d’amore.
Per me sarà un’occasione per vedere vecchi amici, nuovi posti, una bella atmosfera. Spero solo di non tornare troppo malinconica…

Il mio mini trolley, ovviamente e rigorosamente rosa (no comment, please) è già pronto e traboccante di trucchi, piastra per capelli, vestiti, scarpe almeno due paia che così poi scelgo, due borse da cerimonia, e tutto quanto il resto. Non si può capire quanta roba serve per esser presentabili, ad una certa età…
Buon week end a tutti.

giovedì 21 ottobre 2010

Si ricomincia!!!!

La riconosco bene, questa sensazione.
E’ esattamente come quanto hai appena cambiato casa,  senti ancora l’odore della vernice sui muri tinteggiati di fresco, ma non la senti ancora del tutto casa tua.
Non hai ancora capito dov’è l’interruttore per accendere la luce in corridoio, e non sai se farà caldo o freddo, la notte.
Ti ci sei appena trasferito, e mancano ancora i quadri alle pareti, magari le tende. Però pensi che qui, la mattina, c’è proprio una bella luce, e sai che ti ci troverai bene.
Però è piacevole, in fondo. Dà quella specie di brividino, quella carica che solo le nuove avventure che iniziano sanno dare.
Ecco com’è questo nuovo blog. Devo ancora imparare un po’ di cose, magari cambiarne altre, ma mi piace!
Il vecchio è salvato, al sicuro e al completo, commenti compresi. Lo metto in cantina, e se mi serve so che lo troverò lì, come la scatola di latta con dentro le istantanee di quei momenti, di quella là, con la sponda di ghiaia che alla prima alluvione va giù. Quella ero io, forse lo sono ancora, ma in modo diverso.
So che là dentro a quel blog c’è un percorso, il cammino di un anno, la storia di come sono riuscita ad andare avanti, anche se avevo solo voglia di restare là nel mio torpore.
Ma la vita è un po’ più forte del tuo dirle grazie no. Giusto?
E allora, adelante!
Chiuso un capitolo, ne iniziamo uno nuovo.
Ho messo  un bel pò di foto che prenderanno polvere sia su rimorsi che rimpianti che rancori e sui perché.
E ovviamente, faccio spazio.
Qui ho osato un po’ più di colore, ho dipinto le pareti del mio solito rosa Barbie, e sono pronta a ripartire da qui, da quella che sono oggi.
Sono felice che ci siate anche tutti voi, qui con me, ché da sola non sarebbe mica la stessa cosa!
Abbiamo quasi ricostituito la community. Spero che, nei prossimi giorni, ci seguirà anche chi è ancora indeciso.
In fondo, chi ha bisogno di Mister Libero?

Ad majora.

mercoledì 20 ottobre 2010

Da adesso in poi...

... si continua qui!