Nonostante ci siano fior di biologi ad insegnarci che l’unica costante della natura è il cambiamento, io resto fondamentalmente convinta di una cosa: le persone non cambiano.
Anzi, diciamo pure che ne ho la certezza, verificata empiricamente sulla mia pelle.
Chiamiamola pure, con un termine tanto altisonante quanto quotidiano, “esperienza”.
Ogni volta che ci illudiamo che una persona possa diventare meno egoista, più attenta ai nostri bisogni, o anche solo più gentile, ogni volta che ci aspettiamo che chi ci sta accanto faccia un passo nella nostra direzione, che si sforzi di essere puntuale o altro, solo ed unicamente per l’amore o per il rispetto che prova nei nostri confronti, stiamo facendo uno sbaglio colossale.
E, quasi sicuramente, il prezzo da pagare, in quel caso, sarà una grossa delusione, della quale non potremo incolpare altri se non noi stessi. Anche perché, benché sia dura da digerire, in qualche caso, sono fermamente convinta che a chi è causa del proprio male non resti che piangere se stesso.
Non sto parlando solo di rapporti sentimentali, non voglio alludere solo alle relazioni di coppia, perché lì, se possibile, la situazione è ancor più evidente, ma almeno c’è la giustificazione dell’amore che offusca la mente e la vista.
No no, sto parlando di relazioni in generale, di tutte le volte che ci troviamo a rapportarci con le persone. Per lavoro, per amicizia, per rapporti di vicinato, per semplice conoscenza.
Normalmente, mi bastano cinque minuti per avere una prima impressione nei confronti di una persona. Non per conoscerla, certo, che per quello non bastano gli anni.
Ma sicuramente per avvertire una sensazione. C’è sempre una vocina dentro che mi dice: ok, ti puoi fidare, oppure: attenta, guardati le spalle. E quella, di solito, nel tempo, si rivela corretta.
Detta così, è tutto molto semplice e razionale: una persona è com’è. Se ti va bene è quella, se no, è quella comunque. Quindi puoi decidere che non ti va bene, ma non pretendere di cambiarla, o aspettarti che cambi. A quel punto, dunque, non resta che cambiare le nostre aspettative, oppure cambiare persona.
Poi, però, ci sono volte in cui quella vocina proprio non mi va di ascoltarla, perché in fondo, mica si può sempre vivere con il coltello tra i denti, no?
E allora provo a fidarmi, ad essere meno sulla difensiva, più bendisposta e più serena.
Ma, puntualmente, per citare il mitico Cetto La qualunque, che tante verità sa elargire in questi giorni, me la piglio ‘ntu culu. L’unica cosa che ho imparato, è a rimanerci meno male.
Quindi, ed è questa l’amara conclusione di oggi, ogni volta che pensiamo, speriamo, ci illudiamo o ci aspettiamo che una persona cambi, stiamo, in realtà, illudendo soltanto noi stessi.
E non ne vale la pena.
PS. La foto non c'azzecca nulla, ma c'ha comunque un suo perchè...